rievocazione storico-sacra in versi dialettali abruzzesi
del miracolo compiuto a Villamagna
da santa Margherita sua Patrona e Protettrice
e da san Domenico a due contadini
Presentazione di Vito Moretti
Sita alla sinistra del fiume Foro, circondata da vigneti,
tra l’incanto della Maiella e l’azzurro dell’Adriatico, vi è una
ridente cittadina che ha nome Villamagna, dove ogni anno
il 13 di luglio, generalmente dopo la Messa solenne in Parrocchia,
viene rappresentata in costume la rievocazione
del miracolo che operò Santa Margherita, amata e venerata
Patrona della cittadina, ricordato come la “trave di fuoco”,
che impedì all’orda dei predatori Saraceni di saccheggiare e
devastare l’allora piccolo borgo.
Il miracolo del lupo, invece, si perde nella memoria del
tempo e del luogo. Da fonti certe, comunque, si è appreso
che il miracolo avvenne a Cucullo, da dove la tradizione del
“miracolo del lupo”, si è diffusa anche a Villamagna, dove
viene rappresentato ogni anno l’ultima domenica di agosto
fin dal 1872. La vicenda si svolge in un bosco, dove una
tranquilla famigliola (marito, moglie e il figlioletto neonato
trasportato in una culla) si reca a fare legna. Avviene che,
mentre i due genitori tornano a casa a portare della legna
con l’asino, un lupo ghermisce il figlioletto lasciato dormire
al fresco.
Ambedue i racconti sono scritti in dialetto abruzzese
dell’entroterra chietino e in versi endecasillabi in 19 sonetti
(8 sonetti per il miracolo di Santa Margherita e 11 sonetti più
una quartina di chiusura per il miracolo di San Domenico).