Viaggiamo ad alta velocità in vite stritolate da logiche di potere, dove è sempre più difficile riconoscerci ognuno nella propria identità. Siamo alla continua ricerca di direzionare le nostre energie in azione, oppure, all’opposto, ci ritroviamo immersi nell’atonia, atteggiamenti diversi per lo stesso malessere. Ma la comune tensione vitale che ci investe è resistere. Resistere a tutto ciò che di disumano ci è intorno e che ci interroga, per compiere, così, il necessario salto verso l’autenticità del vivere. Il senso è nell’autentico che ci permette di sperare sempre e comunque nella coscienza umana. Cinquanta poesie cadute “per caos”, su queste pagine, perché non c’è una parola in più o una parola in meno, non esiste una parola magica o una parola perfetta. Esistono i sentimenti custoditi dal silenzio ed esistono azioni per incarnarli e sguardi per imprimerli nelle nostre vite, così «dal finestrino di un treno ti può scorrere davanti la geografia del mondo. Ogni fiume e rigagnolo e linea d'acqua che ha fecondato la terra».