Vado a pitturar le stelle (che è anche il titolo dell’ultima poesia) è una raccolta di sessantacinque liriche che provano a rivivere tutte le dinamiche che attraversano la vita, in particolare le relazioni con gli uomini, con Dio, con il nostro mondo interiore, onirico. Un percorso che vuol risaltare la bellezza e l’arte di ogni componente della vita, anche di quelle che possono sembrare tristi e angoscianti.
L’immagine di pitturar le stelle è un desiderio di dipingere una realtà già bella (le stelle come le vita), per renderla ancora più affascinante.
Le “costellazioni di sogni e di speranze” e il “desiderio silente” che si cela in ogni stella rivelano la natura più intima di questa silloge. Le stelle non sono solo punti luminosi, ma simboli dei desideri e delle aspirazioni più nascoste dell’essere umano. L’atto di dipingerle diventa una metafora del desiderio di realizzare i propri sogni, di dar loro forma e visibilità nel vasto “velluto nero” dell’ignoto. Ogni pennellata diventa così un’espressione della propria anima.
Un inno alla capacità di trasformare i sogni in realtà e di lasciare un segno luminoso, anche se effimero e transitorio, nel vasto e sconfinato regno dell’ignoto.
